Il Taekwondo si evolve talmente rapidamente che è difficile
stargli dietro. Cambiano i regolamenti, cambiano i riferimenti spaziali
(quadrato di gara), cambiano le tecniche portate.
Per capire perché il Cut (calcio a spinta con la gamba
anteriore) abbia avuto in questi anni un ruolo sempre più da protagonista
bisogna fare un passo indietro. Il Taekwondo pre Corazze Elettroniche
permetteva un più ampio margine di manovra nell'esecuzione di tecniche
spettacolari quali i raddoppi in volo o i calci in rotazione dorsale con caduta
a terra. Venivano messi in un "angolo" i calci portati al viso in
quanto più svantaggiosi rispetto alle tecniche portate alla corazza. Era un
Taekwondo diverso, romantico, dove l'atleta più tecnico e spettacolare
(influenzando indirettamente gli occhi dell'arbitro) poteva dire la sua in ogni
momento dominando la categoria per anni.
Oggi, con l'avvento delle corazze e dei caschetti
elettronici, non è più così.
La certezza del punto, data dall'assegnazione imparziale del
computer, ha fatto cadere la "cortina fumogena" del Taekwondo votato
allo "spettacolo" privilegiando quegli atleti dotati di una forte
carica agonistica e una invidiabile dote fisica: l'altezza.
Darwin affermava che non è l'essere più forte della specie a
sopravvivere sulla Terra, ma quello più reattivo ai cambiamenti. I cambiamenti
nel Taekwondo sono stati dettati dai Regolamenti (e qui ci agganciamo al
discorso fatto in apertura) che hanno stravolto (in meglio?) questo sport
marziale. La diretta conseguenza del passaggio alle Corazze Elettroniche e
dell'evoluzione dei Regolamenti di gara hanno portato alla nascita del Cut.
Ora la domanda è quasi scontata: chi ha un vantaggio
superiore nell'esecuzione del Cut?
Chi ha le leve inferiori (le gambe) più lunghe.
Sta succedendo nel Taekwondo Olimpico quello che accade da
decenni nel Basket americano. Vengono selezionati Atleti che hanno una
percentuale di realizzazione dei punti (fino a 5 punti secondo i nuovi
regolamenti) al caschetto maggiore rispetto a chi, seppur dotato di invidiabili
capacità tecniche, combatte colpendo quasi esclusivamente alla corazza. Se è
vero che l'evoluzione non ammette scusanti sarebbe opportuno ricordare che uno
sport olimpico come il Taekwondo ha il diritto/dovere di coinvolgere ed
appassionare lo spettatore (televisivo e non) che attraverso l'immedesimazione
e l'emulazione troverebbe il coraggio di avvicinarsi a questa fantastica arte
marziale senza remore di sorta.
-Dott. Simone Longarini-